©2010 AxelCipollini - tutti i diritti riservati - Autoritratto
Anche se non sono un fotografo di Magnum o della VII, ogni tanto qualcuno mi scrive, e quando non mi chiedono che macchina fotografica comprare o se l’obiettivo x e meglio dell’obiettivo y in genere mi chiedono: voglio fare il fotografo, come si fa? Come imparo? Come mi muovo nel mercato? Si sopravvive solo facendo matrimoni e fototessere o ci sono delle possibilità concrete di dedicarsi al fotogiornalismo o alla foto di viaggio?
Posto qui una risposta che ho mandato a una giovane fotografa che mi ha scritto oggi e che vorrebbe dedicarsi alla foto di reportage, magari potrà essere utile a qualcun altro.
La professione di fotografo non è una professione facile, nel senso che, specie in alcuni campi, riuscire a sopravvivere è davvero duro. E di questo te ne sei già resa conto…
Non per questo bisogna mollare però!
Credo che la spinta maggiore per tutti quelli che vogliono fotografare professionalmente sia senz’altro una grande e indomabile passione, però credo anche che ci sia dietro anche una scarsa conoscenza di quello che è la professione reale. Ovviamente non esiste solo un tipo di fotografo e le sfide professionali, umane e commerciali di un fotografo documentarista sono indubbiamente diverse da quelle di un fotografo di architettura, di vela o di food! Anche questo credo ti sia chiaro, anche perché hai già avuto diverse esperienze professionali in campi diversi, sia come assistente che come fotografa.
Assodato che il fotografo uno lo fa nel 99,9% dei casi per passione e non tanto come una forma più o meno piacevole di far soldi con relativa facilità, credo che il punto centrale sia capire quello che uno vuole realmente fotografare: “Che cosa ti da veramente gusto, piacere, soddisfazione in se per se?”
Devi capire cioè quello che fotograferesti anche se non solo nessuno ti pagasse per farlo ma addirittura nessuno ti dicesse mai brava!
E per capirlo, nel caso uno non lo avesse ancora mai fatto, la cosa migliore è farlo, iniziare qui ed ora, darsi un auto-assignment, lavorare ad un progetto, grande o piccolo che sia e portarlo a termine, e trovare anche il modo di condividerlo con il massimo numero di persone. I frutti, se il lavoro è veramente sentito, ci saranno. Presto o tardi.
Diciamo che in questo, i fotografi attuali sono grandemente facilitati dalla presenza di internet ed anche dal digitale. Non basta però creare un sito, non basta mettere in piedi un blog, bisogna anche tenerli aggiornati, renderli interessanti, originali e trovare il mezzo per farli conoscere dalla gente! Anche in questo i social network e le mail sono strumenti importanti, ma non credo possano rimanere gli unici. Insomma bisogna costruire una rete di contatti, questo è fondamentale.
Tanta gente pensa che per fare il fotografo la cosa più importante sia saper fotografare ma la realtà ci insegna che ci sono un mucchio di cose altrettanto se non più importanti per riuscire anche a vivere delle proprie foto!
Comunque andiamo con ordine, la cosa più importante è capire cosa vogliamo fotografare, e farlo senza alcuna considerazione inerente la difficoltà o la profittabilità di quel particolare genere. Questo non vuol dire che uno non possa o non debba accettare lavori diversi, ma è fondamentale, per continuare a nutrire la propria vena artistica, non smettere di fotografare quello che ci interessa, in altri termini continuare la propria ricerca personale. È soprattutto una maniera per non tradire se stessi, se non lo facciamo la nostra creatività ci punirà e la nostra vena si seccherà!
Ovvio che, se non si è ricchi, non si ha un mecenate, o si è messo qualcosa da parte, bisogna anche trovare la maniera di sopravvivere, almeno fino a quando non ci daranno sufficienti commissioni del tipo che faremmo anche gratis. Come pagare le bollette quindi?
Le risposte possono essere diverse, ed ognuno credo debba trovare la sua maniera, ma sostanzialmente possiamo riassumerle in queste due:
- Sopravvivere grazie alla fotografia, facendo i lavori che ci richiedono, anche se non sono proprio quelli che ci fanno impazzire…
- Fare altro, qualsiasi altra cosa che sappiamo, vogliamo e/o possiamo fare e che ci permetta di mangiare, dormire sotto un tetto ed ogni tanto poterci comprare anche un paio di mutande…
In entrambi i casi, fondamentale è trovare qualcosa che ci lasci il tempo e l’energia per permetterci di continuare a fotografare quello che ci va, ed anche di condividerlo!
Altra cosa fondamentale (e lo dico anche per auto-tutelarmi!) è non svendersi! Non regalare il proprio lavoro, la propria creatività, se non a persone realmente bisognose o per validi motivi.
Se non vogliamo o non ci vogliono pagare in denaro, troviamo la maniera di fare uno scambio, un baratto. Già troppa gente pensa che le foto non valgono nulla o quasi, e tutti, con una digitalina, possono farne di stupende.
Certo, un appassionato pur di vedere utilizzato, pubblicato il proprio lavoro, è spesso disposto a fare qualsiasi cosa, e credo questo sia uno dei motivi del successo del micro-stock, ma il risultato è che è sempre più difficile vivere di fotografia per colpa dei fotografi stessi oltre di chi li sfrutta!
In quanto al fotogiornalismo ed alla fotografia documentaria in generale, questo è uno dei settori in crisi maggiore, pubblicare è difficilissimo, farsi pagare un prezzo giusto ancora più difficile. Non per questo, se uno ha davvero la passione di scrivere delle storie con le proprie foto deve mollare… tutto cambia molto velocemente ed io credo che il fotogiornalismo non scomparirà ma quasi certamente si trasformerà in maniera radicale (vedi new-media…).
Volendo riassumere il tutto direi: se la fotografia è davvero la tua forma di espressione allora non mollare! Trova a qualsiasi costo la maniera di esprimere la tua creatività! E anche se per adesso non ci vivi e magari non ci guadagni niente, continua a creare e condividere, creare e condividere, creare e condividere.
È importante, sia per gli altri, sia per te. Più di quello che tu possa credere.
Grazie per i tuoi ottimi consigli.
RispondiEliminaGrazie a te Nico per il tuo commento,
RispondiEliminae, ho dato un'occhiata ai tuoi scatti: continua così, c'è anima.
grandi parole Axel....., reali, veritiere ed esaustive al 100%, nulla di più completo potevi comunicare.
RispondiEliminaciao
Maurizio
Le tue parole continuano a caricarmi, se hai tempo dai un'occhiata qui: Souk di Marrakech
RispondiElimina:-)
ciao sono alberto ho 40 anni lo sottolineo perche' mi e' scoppiata purtroppo adesso la voglia di dare o fare tutto per la fotografia. l'ho sempre avuta ma non ci ho mai dato peso anche perche' avevo altri pensieri.Amo fotografare la natura uccelli che spiccano il volo,tramonti ,albe e tanto altro,aiutami anche perche' vorrei tramutare la passione in lavoro cosa non facile,grazie ciao
RispondiEliminaTi faccio i complimenti per l'articolo.
RispondiEliminaMolto esaustivo e direi un reale specchio della vita odierna.
Ora, posso perdermi nel resto del blog!
Piacere di conoscerti!
stupendo.....
RispondiEliminaCiao Alex,ho letto il tuo articolo e ho capito che c'è qualcuno che condivide i miei pensieri.Sono molto giovane!ho 16 anni,ed è da quando mi hanno regalato la mia prima macchina fotografica che non smetto di far foto!Pian piano la mia passione è cresciuta sempre di più,e penso che,anche se abbia tutte le carte in regola per andare all'università, mi iscriverò ad una scuola di fotografia,perchè la cosa più bella per me è unire, anzi ,fare la tua passione come lavoro.
RispondiElimina@Angelica.Brava! Tieni duro e coltiva la tua passione! E se qualcuno ti dirà che esistono cose più importanti... non dargli ascolto!
RispondiElimina